Aumento del PIL in Campania – Bufala Vera

“Il dato Istat che vede il PIL della Campania ancora in crescita è un dato straordinario che ci incoraggia a proseguire e intensificare le strategie economiche, industriali e infrastrutturali della Regione.
Con questo risultato si conferma la leadership della Campania a livello nazionale e il ruolo dell’industria come elemento trainante di tutta l’economia regionale”.

Così il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, il 20 dicembre 2017, tuonava altisonante dall’alto del suo profilo Facebook. Notizia fatta rimbalzare in tutto l’internet, sulle prime pagine dei giornali e nei TG locali, lanciata ufficialmente anche dal sito internet dello stesso ente regionale.

Il dato emerge dall’ultimo rapporto Istat pubblicato il 20 dicembre 2017, “Conti economici regionali”. Per la produzione regionale la Campania risulta in vetta alla classifica nazionale, posizionandosi seconda solo al Molise, e sopra a regioni come Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Anche l’occupazione è cresciuta del 3,6% rispetto al 2015, con un risultato da secondo posto nella classifica nazionale, 2 punti e mezzo percentuali in più rispetto alla Lombardia.

Eppure non sempre è tutto oro quello che luccica. Come spesso accade, da un rapporto di 30 pagine come quello dell’Istat, vengono estrapolati solo DUE dati: quelli positivi.

Purtroppo la Campania, nello stesso studio, registra anche risultati negativi quanto preoccupanti, in netto contrasto con quelli della crescita del Pil in volume. Come può essere possibile? Volendo citare Olivier Blanchard, economista francese autore del libro universitario di macroeconomia più usato al mondo, “il Pil in volume misura il valore di mercato di tutte le merci finite e dei servizi prodotti, in altre parole è dato dalla somma dei redditi di imprese e lavoratori remunerati dal volume di prodotti finiti e servizi venduti in un anno”.

Ed è proprio andando a guardare i redditi che il quadro regionale cambia radicalmente. Studiando più attentamente il rapporto Istat, la Campania infatti torna in fondo alla classifica nazionale, registrando un reddito da lavoro dipendente tra i più bassi d’Italia, 30mila euro annui, oltre 10mila in meno rispetto ai 40mila 700 euro della media nazionale.  Lavoro dipendente che rappresenta la fonte primaria del reddito disponibile per le famiglie campane, in oltre il 40% dei casi. Redditi bassi vuol dire famiglie più povere e quindi spese più contenute. Di fatti, al netto delle tasse e delle cosiddette spese fisse di mantenimento, il reddito disponibile per i consumi familiari in Campania ammonta a soli 13mila euro annui, il terzo più basso in Italia dopo Sicilia e Calabria.

Anche se in crescita, PIL e Occupazione sono solo due numeri che da soli non raccontano tantissimi dei fattori sociali, quelli che definiscono sviluppo e benessere di una popolazione, a partire dal tipo di contratti lavorativi fino alla cosiddetta “forbice sociale”: non è detto, infatti, che se le imprese producono più prodotti e servizi allora anche lavoratori e famiglie guadagnano di più. Un dato inquietante che si aggiunge a quello dell’economia sommersa, che in Campania la fa da padrona. La nostra regione è seconda in Italia solo alla Calabria, con un’incidenza dell’economia sommersa del 20,1% sul sistema economico complessivo. Un valore impressionante, che per il 7,7% riguarda il valore aggiunto sotto-dichiarato, quello cioè delle false dichiarazioni sul fatturato delle imprese o sui costi delle attività produttive, ottenuto in primis confrontando i dati tra domanda e offerta di beni e servizi. L’8,8% riguarda invece il lavoro irregolare, legato quindi ai lavori in nero, e tutte quelle attività volutamente celate alle attività fiscali, previdenziali e statistiche.

I dati non promettono niente, non parlano alla pancia delle persone, né al cuore, né a qualunque altra parte del corpo. I dati non parlano, fotografano! Sono la tomba delle stronzate, delle chiacchiere da bar, dell’ignoranza, dell’arroganza. O meglio, dovrebbero avere questa funzione. Ma a volte le cose vanno diversamente.

APPROVED:
il pomposo annuncio del presidente Vincenzo De Luca sulla straordinaria grandiosità della fiorente economia campana viene confermato dai dati: si tratta di una BUFALA VERA. Una vera BUFALA D.O.C. – Di Ottusa Credenza

Marco Giordano

(Articolo pubblicato anche sul quotidiano cartaceo “La Città” il 22 dicembre 2017)

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Fonti:

Post Facebook di Vincenzo De Luca del 20 dicembre 2017:
https://www.facebook.com/vincenzodeluca.it/posts/10155826654583257

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