Scuole elementari e i nuovi fascisti

Soldi spesi da cittadini italiani per?

Ormai i nuovi razzismi stanno imboccando percorsi sempre più patetici quanto pericolosamente deliranti, tanto da arrivare a far raccogliere oltre 260mila euro da 3600 persone per armare una nave che fa acqua da tutte le parti (in tutti i sensi): Defend Europe. Soldi spesi per fermare volontari come Medici Senza Frontiere, per impedire loro di salvare la vita a bambini, donne (incinte e non), esseri umani che scappano da dittature e guerre civili e relativi: stupri, infibulazioni (cucitura vaginale delle bambine), torture, violenze di ogni genere, persecuzioni, lavoro minorile, estrazioni minerarie in condizioni bestiali, razzie di villaggi e città. Tutte condizioni create da noi perché in Sud Sudan, Somalia, Eritrea, Centrafrica, Libia, Etiopia, Ciad, Mali, Congo, Kenya, Gambia, Niger non esistono fabbriche di armi. Parlano i dati ufficiali dei Ministeri degli Interni sulle esportazioni di armi da tutta Europa verso i paesi africani. A coloro che con tanta sicurezza rispondono il contrario: mi facciano il piacere di alzarsi dalla tastiera, noleggiare un aereo, andare in Africa e portare qui le foto, grazie. Magari teniamo aggiornati anche l’Europa.

Quale Storia hanno studiato?

Che fine hanno fatto le memorie su dove hanno portato i razzismi 77 anni fa, quando i nostri nonni erano ancora vivi e venivano fucilati alle Foibe, mandati nei campi di concentramento, perseguitati dalle ronde fasciste se dichiarati oppositori per qualunque motivo? Quale delirante buco nero di memoria fa dimenticare loro cosa è voluto significare usare la parola “diverso” come nemico da “espellere, distruggere, bruciare vivo, soccombere”? Quale assurdo buco nero di memoria fa dimenticare cosa è voluto significare usare i motti “Prima gli italiani”, “prima la patria”, “manifesto della razza”.

Quali SCUOLE ELEMENTARI
hanno frequentato?

Chiederlo sembra più che lecito, perché evidentemente qualcosa è andato storto ed è lì che forse occorre intervenire quanto prima e con efficacia.
La tastiera e lo schermo fanno sentire tanti autorizzati a scrivere praticamente di tutto, sembra senza nemmeno più attaccare il cervello, evidentemente. Per poi condire il tutto con “non sono razzista ma….”:

“non sono razzista ma…questa gente deve capire che non è libera di fare tutto in casa mia” = è razzista. La terra non è casa di nessuno, tutti devono rispettare le leggi, come dobbiamo rispettarle noi. La frase include un atteggiamento razzista perché, grammaticalmente, pone chi la scrive in una situazione di superiorità, per la quale l’italiano può fare ciò che vuole, il non italiano no, impostando una logica di necessario permesso da chiedere all’italiano. Non è difficile ricavarlo, effettuando l’analisi logico grammaticale, insegnata in terza elementare. I non italiani per nascita sono già uguali a noi di fronte alla legge, perché vengono arrestati, trattenuti, denunciati. Proprio come NOI, capita che i non italiani per nascita escano pochi giorni dopo dal carcere come gli italiani, se compiono reati valutati per tale pena. Quindi, associare questo all’impunità per un non italiano, cos’è? un altro pretestuoso atto (“inconsapevole”?) di razzismo. Non si meritano pene diverse per gli stessi reati, per diverso colore della pelle. I campi di concentramento sono nati così (Programma elettorale – Leggi sulla sicurezza e diversificazioni dei reati, di Gregor Strasser – Germania 1932)

“non sono razzista ma… Protesta immigrati chiedono lavoro e dignità, Noi Italiani nel cesso. Vergognoso”. Cosa è vergognoso? Che altri esseri viventi chiedano lavoro e dignità? Questa frase significa logicamente che siccome degli esseri viventi, abitanti la terra individuata come Italia, sono in difficoltà, allora altri esseri viventi (abitanti la stessa terra) devono rinunciare alla propria dignità umana per il bene di altri. Il manifesto fascista della razza è nato così:

“Esiste ormai una pura razza italiana. Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione, ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l’Italia”.

Art. 6 del “Manifesto per la difesa della razza” Anno I, numero I, 5 agosto 1938.

“E’ necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte, gli Orientali e gli Africani dall’altra. Sono perciò da considerarsi pericolose relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili”.

Art. 8 del “Manifesto per la difesa della razza” Anno I, numero I, 5 agosto 1938.

“non sono razzista ma… non possiamo accoglierli tutti”. Forse, grammaticalmente e lessicalmente parlando, da questa espressione non si può discendere una deriva (volontaria o meno) razzista, ma sicuramente una profonda ignoranza dell’argomento. In questi casi, il racconto razzista e xenofobo di un’invasione viene considerato come l’unica spiegazione fondata, una verità dogmatica assunta per fede, qualunque sia la realtà dei fatti.
Quest’anno fino al 15 agosto (prima dello Stop delle Ong) sono sbarcati 95.213 migranti in TUTTO. Di questi 7.942 sono stati ricollocati in altri 18 nazioni europee, restandone in Italia 87.721. Praticamente 1,46 migranti ogni 1000 italiani. Forse è difficile immaginare un migrante e mezzo camminare per strada, ma se anche fossero 2 ogni 1000, questo vuol dire che in un quartiere cittadino di 1000 abitanti, qualcuno si accorgerebbe di due persone in più? 60 milioni di abitanti si accorgono del “fastidio” di 87mila 721 persone in più (lo 0.0014% in più di abitanti)? (chi non si fida prenda la calcolatrice, i calcoli sono pressappoco elementari). (Dati del Ministero dell’Interno, non miei –> http://www.interno.gov.it/sites/default/files/modulistica/dossier_15_agosto.pdf ) (il file non contiene 1000 pagine incomprensibili, ma solo lo 0.0014% di tabelle facili, con tanto di figure) (Se non funziona si trova qui).

Insomma… questo dibattito ha superato di gran lunga il patetico, il fanatismo, la grassa ignoranza, il dare per certo la prima notizia pubblicata dal primo annunciatore di turno, ma soprattutto il pericoloso soprassedere al ritorno (senza se e senza ma) dei climi pre-1920. Dalla storia si impara per cambiare, non per ripeterla “a pappardella” (in tutti i sensi). Il nuovo razzismo è ignoranza, frustrazione, abnegazione allo sfogo dell’impotenza contro chi (apparentemente) è più impotente. Un clima in cui Cittadini italiani stanno arrivando a minacciare i giornalisti e i volontari.

Marco Giordano

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