Contro la violenza sulle donne serve violenza

Oggi sarò violento. Quando una persona sta annegando in mare e si fa prendere dal panico, per salvarla serve avere sangue freddo, colpire il soggetto alla testa per tramortirlo e condurlo in salvo.
Ebbene oggi mi do un pugno in testa da solo, per evitare di scrivere roba come “difesa della donna”, “le donne sono fiori”, e tante altre parole in cui purtroppo mi sono già imbattuto in queste ore. Un pugno in testa forte e assestato, perché forse serve uno shock.

Perché se adesso iniziassi a dire che il problema è innanzitutto culturale, molti mi prenderebbero per il solito “sfigato” senza gloria che si vuole improvvisare pensatore da tastiera. Perché oggi Cultura, Pensieri e Parole, sono automaticamente roba da sfigati. Ecco, forse ciò che serve oggi è proprio tornare a Pensare alle Parole giuste, poiché sono quelle che strutturano la Cultura di ogni singolo cittadino. Di me, di te che stai leggendo, di quello che “sembri una femminuccia”, di quello che “non sono razzista ma”, di chi ai figli “senti la danza è da donna, il calcio da uomo”, di chi “piangere non è da uomo”.

Questa roba qua, non differente dalle stesse parole “difesa della donna”, si chiama retaggio culturale, e sapete come si scova? Con un pugno in testa. Beh anche con la scuola, ma in questo caso si parla del lunghissimo periodo. Questa è la fase del pugno, dello shock presente.
Serve uno shock, perché non tutti oggi siamo disposti a fare attenzione alle parole che diciamo, visto che abbiamo tutti la possibilità di vomitarne migliaia ogni giorno. Ma le parole nascono dal pensiero, costruito dal nostro retaggio culturale. E il retaggio culturale di oggi, che vige dietro la violenza in generale, non nasce dall’incapacità di credere che siamo tutti uguali. Ciò in cui siamo davvero incapaci è l’esercizio alla diversità. Uomini e donne sono diversi.  Per tanti punti di vista, in primis biologici.

Ma nessuna diversità dovrebbe autorizzare sintomi di superiorità o inferiorità. Parole noiose? Per questo servirebbe un bel pugno in testa. Perché le parole sono pensiero, sempre, e quindi sono retaggio culturale (lo ripeto ancora). E non è mica facile affrontarlo, anzi è noioso. E allora taglio corto.

Dobbiamo stare attenti al linguaggio, perché tramandare che “una cosa è da donna o da uomo” è come passarsi asce e coltelli per futuri femminicidi, da genitori a figlie e figli. Continuare a usare parole come “difesa della donna”, dà per scontato che la donna sia roba debole, molliccia, da difendere, fa quasi pensare che si tratti di un atto compassionevole di uomini. Uomini che forse dovrebbero esercitarsi alla diversità quanto quelle donne che deboli alle volte ci si sentono, circondate da questo retaggio culturale medioevale.

Oggi è iniziata anche la sfilata di personaggi pubblici, dei quali spesso non riusciamo nemmeno a cogliere l’atteggiamento profondamente contraddittorio. Non perché noi siamo stupidi e loro intelligenti. Ci trattano da stupidi, ma la nostra non è una colpa, è retaggio culturale. Insidioso, radicato, complesso.

Giornata della Lotta alla violenza sulle donne? NO grazie. Personalmente preferisco una quotidiana lotta al medioevo culturale. Scusate per questo pugno, però a me sembra che stiamo annegando, muovendoci ancora goffamente tra le acque medioevali. E purtroppo, in questo medioevo agitato, spesso si annega.

Marco Giordano

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